I Semi dimenticati
per far conoscere la biodiversità di
madre terra e come custodirla
mediante i semi.
I Semi dimenticati è un laboratorio che aiuta a conoscere la biodiversità di madre terra, mediante i tanti e diversi semi che spesso vengono dimenticati. Dietro ai semi ci sono le colture e le culture dei popoli della terra. Custodire questi semi significa custodire al vita dei popoli della terra e della madre terra.
Il Laboratorio fa conoscere i semi che vengono dimenticati dalla grande industria mondiale del cibo, la quale si concentra attorno a tre semi: il mais, la soia e l’olio di palma. Infatti, la maggioranza dei prodotti che troviamo nelle grandi distribuzione vengono fatti da questi tre semi.
I semi che vengono fatti conoscere sono: alfalfa, amaranto, canapa, chia, farro, fonio, grano saraceno, mais bianco, manioca, miglio, quinoa, riso basmati.
L’azione interattiva è far giocare le persone nel cercare i semi su una cartina geografica, aprendo delle finestre dove sono stati inseriti i semi, e poi far abbinare le carte dei 12 semi con quelle dei 12 cibi fatti dai quei semi.
Materiale da costruire:
- un cartellone di presentazione del laboratorio;
- pannelli di allestimento;
- un piccolo cesto contenenti i cartellini dei 12 semi dimenticati;
- preparare sulla cartina geografica di Peters le 12 finestrelle contenenti i semi (dalla cartina geografica in carta, si possono fare i tre tagli per aprire una finestra attaccandoci dietro un foglio con il nome e il seme);
- due piatti per contenere le 12 carte con l’immagine dei semi dimenticati e le 12 carte con i corrispettivi cibi, preparare anche i due fogli contenenti i nomi dei semi e dei cibi per gli operatori del laboratorio;
- 12 ciotole o piattini con dentro i semi dimenticati e col nome attaccato, in modo da farli toccare;
- un pannello con la descrizione dei 12 semi, in modo da far conoscere la loro storia, le loro proprietà e come utilizzarli;
- un cesto grande contenente molti foglietti dei 12 semi (ogni foglietto c’è una piccola descrizione col seme attaccato con il nastro adesivo).
Dinamica da realizzare:
- far leggere il cartello di presentazione e dare uno sguardo ai pannelli di allestimento;
- il primo momento interattivo avviene attorno alla cartina geografica di Peters che diventa la cartina dei semi dimenticati. Far pescare dal cestino un cartellino (successivamente può prenderne anche un altro o più di uno) e poi far cercare il seme sulla cartina geografica nel far aprire le 12 finestre che ci sono sulla cartina geografica, fino a trovarlo (dentro la finestra c’è il nome col seme attaccato mediante il nastro adesivo);
- il secondo momento interattivo è un gioco con le carte dei semi dimenticati. Far abbinare le carte che contengono l’immagine dei 12 semi con quelle che contengono le immagini dei 12 cibi fatti da quei semi: ogni seme deve essere abbinato ad un cibo (vedi i due file i semi dimenticati: cibi senza nome e immagini senza nome). Consegnare un piatto con le carte dei 12 semi e un secondo piatto con le carte dei cibi, e far abbinare ponendo le carte sul tavolo. Si possono far abbinare alcune delle 12 carte oppure anche tutte. Gli operatori hanno a disposizione la soluzione (vedi i due file i semi dimenticati: cibi con nome e immagini con nome);
- il terzo momento interattivo è far toccare i semi dimenticati, ponendo davanti alle persone 12 ciotole o piattini con i semi ed invitandoli a toccarli per sentire come sono fatti;
- orientarli sul pannello per far conoscere i semi: storia, proprietà e come utilizzarli;
- alla fine, ognuno può prendersi dal grande cesto uno o più foglietti dei semi, da portarsi a casa.
Materiale in PDF per il laboratorio (aggiornato il 24/04/2017)
- Presentazione del laboratorio “I Semi dimenticati”
- Cartellone di presentazione (inizio del laboratorio)
- Pannelli da realizzare ed esporre
- Le carte per il gioco dei semi dimenticati:
- Le schede dei 12 semi da esporre in forma di cartelloni
- Pagine per creare i foglietti su cui attaccare i semi
Immagini
N.B. – Questo laboratorio è stato costruito dalla Commissione Nuovi Stili di Vita di Padova ed è stato aggiornato con altre due dinamiche dal movimento Gocce di Giustizia, tutte due con il coordinamento e la consulenza di Adriano Sella.